mercoledì 22 maggio 2013

La ragazza con la valigia di cartone

Lo so che avete pensato fossi morta, e invece purtroppamente no.

Genti, quest'oggi siete dei privilegiati. Quest'oggi la fortuna vi ha baciato... ma che dico baciato, vi ha proprio limonato duro. Quest'oggi il fato ha voluto darvi il privilegio di leggere la storia della mia vita da emigrata (che so' sti "sticazzi" che sento nell'aria? Vi brucio le borZe). Però per farlo dovete avere la sbatta di cliccare QUI  (e non fare che non ce l'avete, sennò oltre alle borZe vi brucio le scarpe e i cd delle Spice Girls).

giovedì 14 marzo 2013

Di quando mi sentivo una fallita


Volevo intitolare questo post “Habemus lavoro” (originalissimo tra l’altro, nevvero?), ma sui social da settimane è tutto un conclave di qua, Papa di là, battute sulle fumate ma che se fumano – che poi scusate, ma da quando ve ne fotte qualcosa del conclave? O della religione in generale? Per dire eh – che guarda ma anche no, il titolo lo cambiamo e a posto così.
E gnente, dice dov’eri? Mah, sempre lì, sempre immobile, a tratti positiva, a tratti risucchiata da questa spirale di autocommiserazione che solo lo status di disoccupata ti sa donare. Tipo. Che campo a fare? Qual è il mio scopo? Sono un parassita della società. All’alba dei Trenta dimmi tu se mi devo far mantenere (io, che è da quando ne ho 23 che – con alti e bassi – mi mantengo da sola). Che ne sarà di me? (ed è subito Muccino). Sta la crisi. Usciremo mai dalla crisi? Oddio la Spagna. La Grecia. Il default. Vado all’estero. Ma ai miei chi ci pensa? Maledetto Berlusconi. Voglio morire. Ho fame, la Nutella mi salverà. La Nutella mi consola, ma peso 3 merda di kg in più. Sono disoccupata e grassa. E ho i brufoli da stress. E la parrucchiera sbaglia tutto e ci metti la pezza, ma poi ti guardi allo specchio e non sei tu. Chi è sto mostro? Che è sto cratere in faccia? 
Nessuno mi vuole. E’ colpa dei contratti a progetto. Morto un progetto se ne fa un altro (ma solitamente con un’altra persona che non sei tu). Trentordici esperienze lavorative che all’estero è tutto un “che figata, sei multitasking, ti adatti, figura a 360 gradi, very good cv”, invece in Italia “non c’è continuità, meh…boh…sei choosy, come mai? No scusa guarda ma noi cercavamo un neolaureato, massimo 25 anni, con esperienza di almeno 5 anni nel ruolo” ARE YOU FUCKING KIDDING ME? No regà, non scherzano. La voglia di piangere. O di urlare. Sentirsi capita solo da disoccupati come te (che sono tanti porca puttana, troppi). “Tu mi capisci, che bello!” No aspè, ferma tutto… che bello?! Ma che cazzo dico? (un film di Pina Sinalefe).

E un po’ ti senti che vuoi fare tutto, un po’ ti senti che non vuoi fare niente. E la domanda peggiore è “che hai fatto oggi?” Macchemminchiavuoichehofatto? E mica la puoi dire tutta la verità. Hai cercato lavoro. Quello sempre. La mattinata se ne va scandagliando i siti alla ricerca di offerte (che sono sempre meno), mandando cv, girando per le aziende, inoltrando candidature spontAHAHAHAHAHAH. E poi? Oddio, è solo mezzogiorno, e mo’? Pulizia della casa: 1 ora (famo mezza se la lavatrice l’hai già fatta), fare la spesa: 30 minuti (una botta di vita che è una cosa pazzesca). Fissare il muro con sguardo vitreo: dalle 4 alle 6 ore. Pensare a Britney Spears nel 2007 e farsi coraggio, che se ce l’ha fatta lei ce la facciamo tutti: svariate volte al giorno. Poi se tutto va bene in grazia di Dio se n’annamo a dormì. 
E poi, dopo 6 luuuuuunghi mesi all’improvviso oplà, un’offerta. Probabilmente è l’ultimo lavoro che avrei scelto per me, secondo forse solo al medico che tasta i maroni alla visita per la leva, o alla bidella che di solito è sempre la più perculata, è nana e si chiama Nadia… No dai, sono stata fortuna, c’è molto di peggio, però sicuramente non è il lavoro che avrei scelto per me (che nessuno avrebbe scelto per me, sono altre le cose che so fare che mi piace fare). La mattina mi sveglio alle 6 e la prima cosa che faccio è cucinarmi il pranzo, miracolosamente senza sboccare. Se non cucini non mangi, perché sei in culo ai lupi e il primo panettiere è tipo altrove. E poi prendo macchina, metro e treno, mi manca solo il traghetto e il cerchio si chiude. Ho le occhiaie, ognuno mangia seduto alla sua scrivania che tanto dove cazzo vuoi andare che non c’è niente? Ma sono felice. Ogni volta che sono lì e vado in bagno, mi guardo allo specchio e sorrido. E’ tutto un compromesso, ma i compromessi vanno bene se trovi delle persone di rara correttezza e di ancor più rara gentilezza. Vanno bene se servono a perseguire altri scopi (no dai, se avete pensato alle borse siete delle brutte persone. Stavo parlando d'amore per una volta). Sono tornata io, i capelli sono ancora una mezza merda, ma i 3kg li abbiamo persi e forse anche qualcosa in più, ho un girovita sottile e le maniglie dell'ammore sono appena accennate. Poi facciamo che ci vediamo a luglio, ma per adesso me la godo. 
Disoccupati, tenete duro che prima o poi la ruota gira. Forse più poi che prima, ma gira. 

giovedì 17 gennaio 2013

Cinquanta sfumature per dire “CHECCCOSA???”


Lettore stai fermo lì che te lo do’ io il promemoria, posso spiegare, lo giuro. Quand’è che è scoppiato il boom di sta truffa letteraria? Quest’estate mi sembra. Venduto dappertutto, letto da tutte, dovunque mi girassi c’era una donna con sto libro in mano. Ma che è? Di che tratta? Vi sono forse disvelati i segreti dell’universo? Perché tutte lo leggono? Se lo leggo anch’io mi pagano? Poi, la rivelazione: questo libro è bello bello in modo assurdo perché parla di un dominatore e della sua sottomessa. Ah, beh, allora… no. Mah. Boh. Ma che è. Vabbè, scelte, non fa per me. Capitolo chiuso, archiviato, non mi interessa.



Poi hanno cominciato a circolare delle voci. Oltre ai coretti adoranti dei lovers, si sono aggiunti quelli infervorati degli haters: storia insulsa, scritto di merda, sinonimi questi sconosciuti. Ma che gioia! Ma qual gaudio per il mio arido cuore! Mi veniva fornita su un piatto d’argento l’occasione per sfogare la rabbia e la frustrazione di questi ultimi mesi (e Dio solo sa se ho rabbia e frustrazione da sfogare). Avevo un nuovo nemico. Non più lo Stato, la politica, la Fornero, i contratti a progetto, gli stage che ti sfruttano e basta, il mito del tempo indeterminato (ma esiste ancora? Siamo sicuri?)… ora il mio odio poteva dirigersi verso un nuovo bersaglio: E.L. grassoccia James. Ho cercato qualche brano sull’internèt, per toccare con mano, per vedere con i miei vispi occhietti il (non) talento Jamesiano, per poter dire con cognizione di causa “CHECCCOSA???”Avevo decretato: la bilancia pende dalla parte degli haters. Così è deciso, l’udienza è tolta.

Bellino, nevvero?

Poi venne Natale, e il regalo più gradito: il Kobo. E un regalo nel regalo! “Guarda, dentro c’è un codice per scaricare gratuitamente 3 ebook a scelta dal sito Mondad…” manco aveva finito la frase ed io avevo già acceso il pc. Libri gratis libri gratis libri gratis! Saltellavo come Bontina quando va con Forzuto a raccogliere le puff-bacche. Poi ho visto la lista. Mondadori, CHECCCOSA??? La lista era un po’ scarna, 9 titoli e basta. E fin qui ci poteva anche stare. Poi ho visto i titoli. L’unico interessante era “1Q84”, prontamente acquistato, poi “La dieta Dukan” (seriously?), una guida per interpretare i segnali del viso (il prossimo passo cosa, Raffaele Morelli?), vari thriller a caso e le sfumature. Beh Mondadori, ma grazie, grazie davvero eh, non dovevi disturbarti tanto. Ero tentata di fermarmi a Murakami, però a caval donato non si guarda in bocca e allora dai prendiamoli tutti sti cosi, al limite poi non li leggi. Thriller a caso, ok, e poi le sfumature. Perché? Perché boh, perché se mi dicono “non toccare che ti scotti” io tocco, perché – digiamogelo – non è che “Twilight” sia sto capolavoro di letteratura, però i libri li ho letti, i film li ho visti e non ho disdegnato. Perché alla fine la rabbia non se n’è mica ancora andata, e il nemico lo si deve conoscere per colpire laddove fa più male.

Inzomma, tutto sto pippotto di premessa per dirvi che ho letto la trilogia e sono incazzata come un caimano, e se parlo un’altra volta con Andrea della sua rara bruttezza lui mi lascia, quindi lasciatemi sfogare. [Parentesi dialogo con Andrea. A: “Fede alla fine non te l’ho più chiesto, le hai lette le sfumature? Com’è?” F: “Grazie Andre, grazie per questa domanda perché io avevo pronta la risposta e speravo tanto che qualcuno me lo chiedesse. Come la scena di <Santa Maradona> quando lei gli chiede perché non fuma. L’hai visto Santa Maradona?” A: “macheccazz?” F: “Beh, comunque….” 45 minuti dopo stavo ancora parlando, mentre lui malediceva in aramaico antico la sua idea di merda di chiedermi un parere].



Vi faccio un riassunto su questo mirabolante (!) romanzo (CHECCCOSA???), e state attenti che vi faccio gli spoiler su tutto (capirai). Lei ha 21 anni, è intelligente, attraente, tutti i fottuti uomini le vanno dietro, ma – udite udite – ella è vergine. AHAHAHAHAHAHAHAHAH CERTO. Lui è l’amministratore delegato di una società che fa la qualunque, ma la verità è che non si capisce una sega di quello che faccia in realtà, ha elicotteri, jet, barche (e tutte le patenti necessarie per guidarle), macchine lussuose, case ovunque e ha – udite udite – 27 anni. AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH CERTO ALLA SECONDA. Non solo, egli guadagna 100mila dollari ALL’ORA. Veronica Lario chi cazzo sei proprio. Già queste poche informazioni basterebbero a farvi capire la bassezza di tutto ciò. Ma no, c’è di meglio peggio.La parola “arrossisco” sarà ripetuta credo trentordici volte a pagina, perché la cretina arrossisce qualunque cosa succeda, ma qualunque, ma qualunque qualunque. La frase storica di lui invece è “Mangia” in tutte le sue varianti (mangia, hai mangiato?, devi mangiare, mangiamo un boccone). Dopo due minuti netti questa storia ha già rotto i coglioni. Cosa succede nel primo romanzo? NIENTE. Si vedono, colpo di fulmine, “io c’ho i problemi Anastasia, c’ho un’anima oscura come Voldemort e ti trascinerò nelle mie tenebrehhh” “Ma tu sei figo, che problemi ci potrai mai avere? Io quasi quasi me ne fotto perché c’hai gli addominali scolpiti” “Uh che ti farei Anastasia, non morderti il labbro che sennò ti scopo a sangue” Lei si morde il labbro “Smettila ti ho detto che c’ho problemi, so’ cattivo” “Ma sei così bello, un angelo caduto, sei tanto tanto bello, più di Ridge Forrester. Svelami il tuo segreto così poi possiamo trombare” “A 15 anni sono stato molestato da un’amica di mia madre e sono diventato il suo sottomesso, e per questo motivo (quale? Quale motivo in nome del cielo? Nulla di tutto ciò ha senso) ora sono un dominatore e ti trombo solo se diventi la mia sottomessa e firmi un contratto” “Ti amo” CHECCCOSA??? Tutto il testo dell’intero contratto è ripetuto nel primo romanzo 3 volte. TRE. Se togli quello rimangono 20 pagine, di cui 10 di “arrossisco”. Ok, ora trombano. E qui la trasgressione, la pazzia, la viulenza: lui le lega le mani con la cravatta. Nooooooo! Ma che fai? Ma sei proprio un mattacchione Christian Grey. Altra trombata, adesso ti bendo. Nooooo, ma sul serio? Ancora? Mammamia se sei fuori dagli schemi. Il massimo della viulenza sono 6 sculacciate a palmo aperto. Fine. “No Christian, io ti amo troppo [Nota: tutto il romanzo si svolge in 4 settimane e loro SI AMANO!] e voglio farti felice, poi c’hai pure un culo paura, quindi dai, vai oltre, sculacciami per bene avvalendoti dell’uso di uno strumento”. Lui lo fa, e fa male (ma va?) “Davvero ti piace questo? Tu sei malato! (Ma che genia, ma che scoperta!) Io me ne vado!”. Fine del primo libro. CHECCCOSA??? 


Secondo libro, che ricomincia esattamente nel momento esatto in cui lei esce da casa (furba la James eh, il libro era uno solo, ma i geni del marketing me li vedo già “Dai, spezziamolo a caso e facciamoci due libri, così esce fuori una trilogia, che dire trilogia fa più brutto”). Lui la chiama subito, si rivedono dopo 4 giorni, trombano, si rimettono insieme. Minchia Anastasia sei una dura, tu sì che tieni il punto! Riassunto del secondo libro: “Ti amo” “Io di più” Riattacca” “No, riattacca tu” “Sei la mia vita” “E tu il mio sole” “Mi arrapi” “Ti voglio”. Scopano scopano scopano scopano scopano alla n. “Sposami” “Sì”. E STANNO INSIEME DA 3 MESI! CHECCCOSA???

Libro 3, come il due, identico, con la patetica aggiunta che da quando sono sposati si chiamano vicendevolmente Mr.Grey e Mrs.Grey. CHECCCOSA??? Vomito. Lei resta incinta. Lui panica ma poi tutto passa perché si amano tanto assai. Epilogo 3 anni dopo: il maschietto è tutto uguale al papà, lei è incinta della femminuccia. Da che si conoscono non hanno fatto un cazzo tranne che scopare, ma sono persone di successo. Happy ending. Cuori, fiori e torte di arcobaleni. CHECCCOSA??? Ditemi che è tutto uno scherzo, un brutto sogno. Donne, ma come cazzo state? Ma cosa vi dice il cervello? Siete sessualmente frustrate, ok. Ma non erano meglio gli Harmony? Non era meglio un vibratore? Non era meglio andare da vostro marito a chiedere di essere scopate come si deve? Credetemi, non aspetta altro.
La verità è che un bambino delle elementari lo avrebbe scritto meglio. Non c’è trama. Non c’è sintassi. Linguaggio stupido e limitato, una ripetizione unica. Odio la James e il suo successo, odio le donne che ci sono cascate, odio anche di più quelle a cui sta merda è piaciuta, ma soprattutto odio me stessa per averlo letto. Tempo sprecato.

mercoledì 19 dicembre 2012

Il galateo del Natale


Troppi danni sono stati commessi in questi anni. Troppi, da far sanguinare gli occhi. Ma nessuno ha colpe, nessuno tranne me. E’ colpa mia. Io sapevo. Sapevo e ho taciuto troppo a lungo la verità, ma ora basta. E’ infine giunto il momento di condividere con voi il segreto gelosamente custodito nel mio cuore. Si può ancora rimediare, siamo tirati con i tempi, ma si può.

Cominciamo dalle basi, dall’ABC che proprio non pensavo fosse necessario ripassare, e invece. E invece si sono violate le più importanti nonché basilari norme e regole per un Natale Felice che non leda la sensibilità di nessuno.

REGOLA NUMERO 1

L’albero e il presepe si fanno l’8 dicembre. La casa si addobba l’8 dicembre. Diciamolo tutti insieme: O T T O D I C E M B R E. Cosa c’è di non chiaro in questo concetto? Il fatto che negozi, centri commerciali e comuni addobbino la città già dai primi di novembre non ci giustifica a compiere l’insano gesto. Avete forse clienti che vengono a fare gli acquisti in casa vostra? Il vostro salotto è forse meta di visite guidate? No. E quindi che è sta fretta? Come la giustificate? Che cosa vi ha detto il cervello? Cosa, in nome del cielo? Siete impazziti tutti? I vostri presepi e alberi prima dell’8 dicembre non esistono. Non ci sono, non li vedo, non li considero. Non esistono, come lo Spread. I vostri alberi sfacciatamente prematuri mi hanno parecchio infastidita quest’anno. Sono profondamente delusa e arrabbiata con tutti voi.

REGOLA NUMERO 2

Come tutti sappiamo oltre al cimitero delle forcine per capelli, esiste un cimitero parallelo delle caselle di plastica per coprire i numeri sulle cartelle della tombola. Nessuno ha più visto una casellina dal 1989. Dove sono andate tutte? Perché non hanno superato indenni gli anni ’80? Cosa succede alle caselle? Ce le mangiamo? Perché nessuno è stato in grado di progettare caselle che non si staccassero così facilmente? Che senso hanno le tombole con le cartelle di cartone che non prevedevano caselline fin dall’inizio? Purtroppo non possiamo risolvere tutti questi misteri, ma almeno possiamo smetterla di coprire i numeri con le bucce dei mandarini? Possiamo finirla? E non se ne può più che cazzo! Si gioca a tombola e con le cartelle vengono distribuiti 6 mandarini a testa. E i mandarini di Natale hanno SEMPRE i semi. Dai, mangiati il mandarino che dobbiamo coprire i numeri. Ma non mi va il mandarino. Mangiati il mandarino! No porca puttana, non me lo mangio! Ma tanto se lo mangia lo zio vicino a te, e anche quello davanti e quello di lato. Tutti mangiano i mandarini e ormai la casa è compromessa. Va evacuata immediatamente e arieggiata per i giorni a venire, i capelli vanno lavati, i vestiti portati in tintoria. Volevi finire lo spumante che avevi nel bicchiere? Non puoi, perché sa di mandarino. Inutile ripiegare su panettone, cioccolatini, datteri… tutto è inevitabilmente contaminato. IO MI OPPONGO ALLA BARBARIE DEI MANDARINI. Non possiamo spezzettare dei fogli di carta? Oppure usare le lenticchie secche che cucineremo a Capodanno? Un pezzo di muschio del presepe? Ma soprattutto, quanto costerà una tombola? 20 Euro a dire tanto? Non li possiamo spendere sti 20 Euro per comprare una tombola nuova con le caselle tutte attaccate? Io penso che possiamo.

REGOLA NUMERO 3

Il dolce è un diritto di tutti. A me piace il panettone, a me il pandoro, a me il panettone senza canditi, io voglio il Tartufone (sei serio?! A volte sì, sono seri). Non è Natale senza torroncini, non è Natale senza frutta secca. C’è il torrone? Io lo voglio bianco, io fondente. Ma al latte con le nocciole no? Tu che ti prendi la briga di organizzare cenone/pranzo di Natale questi dolci devi averli tutti. E al momento del dolce, devi aprirli tutti. Che se ce li hai tutti e poi ci costringi a “Non aprirlo il panettone, c’è già aperto il pandoro”, è inutile. “Ma io sono allergica al pandoro”. Vabbè, ma che esempio è una allergica al pandoro? Dai, è fantascienza. UN CAZZO! Signori, quella allergica al pandoro sono io. Ma si può essere più sfigati? Il pandoro è così infinitamente più buono del panettone…Dio quanto mi manca il pandoro! Ah, l’ardua rinuncia! Sono diventata allergica a 16 anni, quindi non lo mangio da… oddio, una crisi d’asma, oddio lo svarione, svengo, la consapevolezza, la vecchiaia, ma io voglio ancora trovare nell’ovetto Kinder la renna arriccianastro, come è possibile che abbia..? No, no, non ce la faccio. In ogni caso, torniamo a noi. Nessuno, nessuno a Natale deve essere costretto a ripiegare su un dolce che MEH, e poi passare la serata a scaccolare il panettone dai suoi canditi perché ti fanno vomitare (io), perché i parenti non si ricordano mai di comprare un panettone senza canditi (sempre io), e passare la serata a piluccare pezzetti di panettone attorno a giganteschi canditi mentre il resto dei parenti se la spassa (ancora io).

REGOLA NUMERO 4

A Natale non si fanno regali utili, si fanno regali inutili. E no, non sto scherzando. “L’altra volta ho visto che ti si era rotto il porta rotolo di scottex così te l’ho regalato”. “Mi sono ricordato di quando hai detto che sarebbe stato comodo avere un frullatore, quindi eccolo qui!”. “Avevi detto che dovevi ricomprarti il phon e così ci ho pensato io”. Ora voi capite bene che NO, CHE CAZZO FAI, NO NO NOOOO! Che guarda, vista in quest’ottica anche gli assorbenti mi dovevo ricomprare, ma avresti mai messo una coccarda sopra un pacco di assorbenti? Ecco, appunto. Sappi che anche questi sono epic fail. Se una cosa MI SERVE allora io ME LA COMPRO. Se una cosa mi piace ma non mi serve mi faccio remore, penso alla bolletta del gas e alla ceretta che devo fare, ed è qui che entri in scena tu. Se non mi serve, tu ME LA COMPRI. Mi sembra facile, no?

REGOLA NUMERO 5

Gli auguri di Natale con le catene di Sant’Antonio via mail o sms non li commento perché a Natale siamo tutti più buoni, ma VERGOGNATEVI.

Cinque piccole, facili, fondamentali regole. Io dico che possiamo farcela. 

mercoledì 5 dicembre 2012

Gli Illustrissimi Pareri: gli smalti per la f/w 2012-13


Quest’oggi inauguriamo una nuova rubrica: gli Illustrissimi Pareri, dove con “Pareri” intendo opinioni non richieste, e con “Illustrissimi” intendo della sottoscritta. Rubrica di cui questo potrebbe essere il primo e unico post… chi lo sa, si accettano scommesse. L’abbandono è dato 100 a 1 alla Snai.
Ordunque, qual è lo scopo di questi post? Consigliarvi cosa è fico, quindi di base cosa comprare quando vi arriva a casa il 15% di sconto da Sephora. E la risposta la maggior parte delle volte, almeno per me, è: smalti. Gli smalti non sono mai abbastanza. E indovinate di cosa vi parlo io oggi?

Lo so, lo so, lo ssso che è quantomai scemo parlare degli smalti senza i quali il vostro inverno 2012-13 non può più vivere all’alba del 4 dicembre, soprattutto quando la prima volta che se ne è parlato era..boh..maggio? Ma voi qui non state capendo la genialata. Tra 20 giorni che giorno è? Brave. Quindi lo scopo è usare questo post come messaggio subliminale per farsi regalare uno smalto bello bello in modo assurdo.
 

Bando alle ciance, vado ad illustrarvi gli smalti Mai Più Senza del mio inverno.

OPI “HONK IF YOU LOVE OPI”

Immagine presa da Google, non ho avuto occasione di fotografarmi con questo smalto
 

E’ una valida alternativa al Rouge Noir e, come questo, con due passate sembra quasi nero. Invece ha questo riflesso color melanzana che è una figata pazzesca.

OPI “GERMAN-ICURE”

Non si vede una ceppa di una ceppa del riflesso meraviglioso.
 

E’ un colore infotografabile, ergo - giacché c’è scaltrezza in me – ve l’ho fotografato sia con flash che senza. Ma non ho risolto un cazzo, perché comunque dal vivo è millantamila volte più bello. Lo vedi e pensi alla bellezza, ma anche alle casette di Pan di Zenzero, ai fiocchi di neve, all’albero, al panettone, ai regali sotto l’albero, alle lucine… se festeggiate Natale senza il German-icure sulle dita tanto vale non festeggiare affatto.

OPI “THANKS A WINDMILLION”

Anche in questo caso immagine presa da Google
 

Ferme tutte. Questo è Lo Smalto Definitivo. E infatti l’ho scoperto da Lauren Conrad (che io amo, e ne sa a pacchi). Va bene tutto l’anno, è un colore che mai avevo visto prima e che continuo a non vedere, al di fuori di Opi. E’ elegantissimo e lo amo con tutto il cuore.

SEPHORA BY OPI “FRANKLY I DON’T GIVE A-DAM”

 

Qui sto facendo la bastarda. Questo smalto è in edizione limitata e si trova solo nelle Sephora USA (come la maggior parte delle cose che desidero, ovviamente). Me l’ha portato in dono una mia Santa Amica. Ma orsù, non vi crucciate, sono certa che sarete in grado di trovare un colore simile. Il grigio non deve mancare perché si abbina quasi a tutto (tranne al marrone e al beige. Se siete vestite di marrone o di beige e vi mettete lo smalto grigio io vi meno).

ESSIE “SAND TROPEZ”

Notate come il Sand Tropez si intoni perfettamente alla carta da parati del mio ragazzo
 

Questo andrebbe comprato solo per la bellezza del suo nome. Dai, che figo che è. Forse mio figlio si chiamerà Sand Tropez. E poi il colore… ommioddio il colore. E’ tra i più belli che io abbia mai indossato. Questo davvero va bene con tutto e in qualunque periodo. Quando lo metto la gente mi fissa le unghie e mi fa i complimenti. Giuro. Vogliamo forse farcelo scappare?

Ne aggiungo al volo uno, comprato oggi con lo sconto Sephora (sono un cliché). All’inizio non doveva essere incluso nel post, ma ci ho messo l’equivalente di una gravidanza elefantina a scriverlo, e nel frattempo ho fatto nuovi acquisti, e ho pensato che era troppo bello per non farvelo vedere.

ESSIE “ADORE-A-BALL”

 

Già il fatto che io sia una ballerina di danza classica mi sembra un buon motivo per possederlo. Oltretutto fa pensare alle fatine e alle principesse. E se vi servono altri motivi per desiderarlo allora non ci siamo proprio capiti.

Se qualcuna di voi dovesse ricevere in dono uno di questi smalti mi aspetto di essere avvertita, nonché di essere ricordata nelle vostre preghiere.

mercoledì 14 novembre 2012

Disquisire di argomenti importantissimi quali i miei capelli ha sempre il suo fascino

Attenzione lettore: lo ben so di averti abituato ad un tono acidello e a post di una superficialità che a confronto dalla D’Urso si parla di massimi sistemi, ma stavolta NO. Stavolta si discorrerà di argomenti la cui sacralità è universalmente attestata da tempo immemore: amicizia e capelli. Ma andiamo con ordine.
Quando una gira tra blog fondamentalmente è perché vuole farsi i cazzi altrui (Chi è questa? Come si veste? E’ grassa? Che si è comprata oggi? Il ragazzo ce l’ha? E’ grassa? Ce l’ha una collezione di smalti Chanel? Oggi ha litigato con qualcuno? E’ grassa? Sarà simpatica anche nella vita? Se la tira? Le piacciono gli ornitorinchi? E’ grassa?).  Quando una apre un blog invece le motivazioni sono le più disparate e indagarle ora è troppo sbatty, e manco è argomento che si vuole trattare, quindi sticazzi e andiamo avanti.
A volte, se sei fortunata, scopri blog che ti piacciono veramente tanto, e se sei ancora più fortunata ti capita di conoscere personalmente chi li scrive. E se poi c’hai un culo pazzesco che guarda a saperlo prima quel giorno andavo a giocare al Superenalotto con quella persona ci diventi amica. E’ il mio caso con Sarinski. Chi? Ma come chi? Se state qui a leggere le mie cazzate allora correte a leggere il suo blog, che è più interessante, più ricco di contenuti e anche scritto meglio.
In ogni caso, la mia amicizia con Sarinski e Gloria (che in tempi felici scriveva anche un blog – questo- , ma invece adesso non lo fa più perché è matta sciagurata e non cede alle nostre insistenti richieste) è nata più o meno un anno fa, ed io non potrei esserne più felice.  Ma ieri… ieri c’è stata the ultimate svolta: Sara ed io siamo andate insieme dal parrucchiere. E non da un parrucchiere qualunque, dal SUO parrucchiere (le info qui). Che, diciamocelo, al primo posto della top ten delle cose da invidiare a Sarinski ci sono sicuramente i suoi capelli.  E ora invece potete invidiare anche i miei (dai dai dai, invidiateli per favore, che vi costa su… prometto che se lo fate vi vorrò sempre bene). Tipo che forse – se uno finge di non notare le maniglie dell’ammore – vista da dietro sono un po’ gnocca. Peccato che la cosa più sbagliata di tutta questa faccenda sia che non mi sono fatta fare neanche una foto vista da dietro. Quindi vi toccano quelle dove mal si celano i miei brufoli (uno in fronte, ma la meraviglia proprio, e uno vicino al naso la fanno da padrone su tutti gli altri).  Che vita grama.


Mi state invidiando? E se sapeste che dopo siamo andate a cena insieme col suo ragazzo (e non me ne voglia, ma meglio di una serata con Sara c’è solo una serata con Sara e il suo ragazzo) e abbiamo mangiato fino ad anelare alla morte pagando solo 24 Euro in 3, mi invidiereste ancora di più? Bene, fatelo.

Tutto questo post apparentemente privo di senso ha in verità tre scopi:
1.       Farmi dire che ho dei bei capelli;
2.        Condividere con voi il segreto per avere dei bei capelli (ora, se siete di Milano, sapete dove andare);
3.       Dirvi che molto spesso dietro a un blog si celano persone centordicimila volte migliori di quello che sembrano (e non sto pensando solo a Sara eh – e no, non sto parlando di me) quindi siate lettori intelligenti.
E’ tutto (ho sempre sognato di dirlo almeno una volta nella vita).

giovedì 25 ottobre 2012

Cose che voi umani avreste preferito continuare a non sapere

Era il lontano 5 ottobre quando scrissi “prossimamente per voi…”. Ebbene, quel momento è infine giunto – che devo fare? Vorrei essere una di quelle che aggiorna li blog… dai, non tutti i giorni, ma almeno una volta a settimana. E invece non je la faccio, non lo so perché. Non è che abbia una vita piena eh. Ne deduco dunque che ho dei serissimi problemi nella gestione del tempo. Comunque, non divaghiamo. Volevo solo condividere quattro cazzate successe alla fashion week, poi basta, giuro che non ne parlo più.
Di Chiara Ferragni:
Arriva con 40 fottuti minuti di ritardo da Scervino, ovviamente siede in prima fila e decide di arrivarci percorrendo la passerella al contrario, così, per passare inosservata. Non ho capito subito che fosse lei, perché pensavo si trattasse di una modella. Una modella, capite la tragggedia? E’ una figa vera. Ma figa figa figa. Ed è alta di brutto, sta stronza. Adesso si spiega perché sia stupida come la merda e faccia smorfie agghiaccianti mentre parla: per ristabilire l’equilibrio cosmico. E’ troppo bella per avere anche altri lati positivi.  (Ciao Chiareccia, si parla in amicizia eh).
Dei Murr:
Se il primo pensiero, caro lettore, è: “Chiiii???” pussa via, è evidente che questo blog non fa per te (No Ele, diablo del mio cuore, tu puoi restare che le basi te le insegno io). Ecco, dovete sapere che io i Murr li amo follemente e ho sempre segretamente sperato di incontrarli ad una sfilata. Finalmente succede, e per la durata della sfilata ho segretamente sperato di trovarmeli di fianco all’uscita. Ed è successo anche quello, e di più. Camminando pressata dalla folla mi sono ritrovata non vicino a loro, ma in mezzo a loro. Tanto che Antonio, convinto di parlare con Roberta, si gira verso di me e mi dice “Ho una sete che berrei un cammello!”, poi si accorge che non sono la moglie, si scusa e sorride. E io… io sorrido come una babba e non dico NIENTE. Anche Roberta mi sorride, e io continuo a sorridere come una ritardata e basta. E butto nel cesso la mia occasione di fare due chiacchiere con loro, anche solo per vedere se anch’io sono capace di far commuovere Roberta. Stupida stupida stupida! Ecco però Antonio, una cosa io te la voglio dire lo stesso: togliti quel baffetto hitleriano che non ti dona neanche un po’. Grazie.

Di Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè:
Riuscite ad immaginare una coppia più orripilante di questa? Forse solo Corona e Belen. Comunque lui il 19 settembre era a vedere la sfilata della Ravizza, il 26 è stata confermata la sentenza a un anno e due mesi di reclusione. Lo sapevo che quelle zeppe pelose non avrebbero portato nulla di buono a chiunque le avesse viste.
Di studenti dello IED che hanno molto da imparare:
Come si riconoscono i gruppi provenienti dallo IED alle sfilate? Sono quelli vestiti come le Bestie di Satana. Ma vi ripigliate? Roba che Marta Marzotto a confronto è l’apoteosi della sobrietà. Chiodi, borchie lunghe 10cm, zeppe con inserti in ferro (che mi dispiace amici, ma sembrano le scarpe ortopediche di Forrest Gump), miliardi di croci che manco il Papa se ne mette tante tutte insieme. E voi dovreste studiare moda? Ma io spero che vi boccino tutti. Il mio idolo rimane un tizio che si è presentato con in mano una specie di coppa con un coperchio tutta thempeshthatah di rubini e pietre preziose con un’etichetta recante la scritta “San Giuseppe”. E IO NON LO VOGLIO SAPERE CHE CAZZO C’ERA DENTRO.
Questa è la gente che gira. Che cosa ne dovremmo dedurre dell’industria del fashion? Che io sono sottopagata, ecco che cosa!